Il 29 settembre 1996, alcune scosse di terremoto scuotono il ghiacciaio Vatnajökull. È l’inizio dell’eruzione del vulcano subglaciale Bardharbunga. L’acqua generata dall’improvviso scioglimento del ghiaccio va a colmare la caldera di un secondo vulcano sepolto, il Grímsvötn. Mentre a nord la calotta glaciale si spezza, nel Grímsvötn il livello dell’acqua aumenta di ora in ora, rischiando di tracimare. Il 3 ottobre l’eruzione decresce, ma il calore del magma in raffreddamento continua a sciogliere il ghiaccio. Finalmente, un mese dopo, il 5 novembre, lo Skeidhara River a sud del Vatnajökull comincia a odorare di zolfo e a ingrossarsi, annunciando il jökulhlaup. Alle 12 dello stesso giorno il flusso d’acqua è di 6000 m3/s. Alle 18 è di 25.000 m3/s. Alle 22.30 si raggiunge il massimo, con 45.000 m3/s: l’acqua di scioglimento, dopo aver percorso una pista subglaciale di 50 km, si riversa nelle Skeidharársandur, le…