Abito da poco in questo palazzo tra i palazzi, uno scorcio di mare pagato a suon di privacy e tafferugli h24 giù al supermercato.
Ma sono felice qui, mi sento a casa.
Stamattina scoppiettano i tuoni. Cauti, tenaci, sono già pioggia per il meteo online. Resterei volentieri a letto, se non premessero le commissioni.
Fa un odore diverso il mare, quando tira burrasca. Sa di case estive in chiusura, di sole reso innocuo, di autoctoni che fanno capolino, di galletti segnatempo alla Mary Poppins, di saluti a lungo termine e di zanzare spiaccicate ai muri. È un’aria carica di ultimi gelati, di palme ancheggianti, di valigie panciute, di compiti delle vacanze e progetti a maniche lunghe, di cancelleria e diari da annusare.
Rivedo la vecchia sala giochi di Chiavari, il veggente meccanico che prediceva il futuro prima di ogni partenza: due spiccioli nella feritoia, la mano offerta per pochi secondi…
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