Cinema Letteratura

Sanditon: il capolavoro incompiuto per riscoprire Jane Austen

di Jenny Barbieri

Jane Austen

“Un signore e la sua consorte, in viaggio da Tonbridge verso quella parte della costa del Sussex che si distende tra Hastings e Eastbourne, furono indotti da una faccenda che dovevano sbrigare ad abbandonare la strada principale e ad arrischiarsi lungo un viottolo accidentato: la carrozza, nel tentativo di inerpicarsi su per il pendio, tra rocce e sabbia, si rovesciò”.

Si apre così l’ultima opera, purtroppo rimasta incompiuta, di una delle maggiori scrittrici inglesi di sempre: Jane Austen. Dopo aver concluso Persuasione, in assoluto il suo romanzo più malinconico e maturo, l’autrice, nonostante la malattia che già l’affligge e che in poco tempo la condurrà alla morte, sceglie di rinnovarsi e di sperimentare qualcosa di nuovo: nel gennaio 1817 inizia, così, la stesura della sua ultima opera, giunta fino a noi con il titolo di Sanditon.

Già l’ambientazione ci appare alquanto insolita: lasciate le dimore signorili immerse nella campagna, Jane ci conduce sulla costa meridionale dell’Inghilterra, in una piccola cittadina che, nei progetti di alcuni dei protagonisti, in particolar modo di Mr. Parker, è destinata a diventare presto una delle località balneari più alla moda. Certo, luoghi simili avevano già ospitato le vicende delle opere austeniane: si pensi, ad esempio, a Bath, ridente città termale, ancora oggi visitata da un gran numero di appassionati lettori, che ricercano nelle sue sale da ballo e nelle vie del suo centro storico, il clima che aveva fatto da sfondo alle vicende di Northanger Abbey e Persuasione. Ma Sanditon è diversa, non è ancora una meta rinomata, ideale per chi sia in cerca di un marito, di un debutto in società o, ancora, di emozioni forti e insolite; è una città in divenire, un luogo che prende sempre più forma a mano a mano che la penna della Austen ne delinea i tratti fondamentali.

All’orizzonte infinito della costa inglese, fa da contraltare un ampliamento della visione della scrittrice stessa: quello che qui ci presenta Jane non è più il solito schema del villaggio in cui si muovono due o tre famiglie, legate tra loro da vincoli di parentela, di amicizia o d’amore, bensì un’intera comunità, viva e attiva, molto attenta alla realtà del suo tempo. Così, vediamo il personaggio di Mr. Parker totalmente incentrato nel dar vita al suo progetto di far crescere la città, di portarvi quel turismo che le permetterebbe di rinascere e di divenire uno dei maggiori poli attrattivi di tutta l’Inghilterra. Agli inizi dell’Ottocento, il turismo inizia ad affermarsi non solo nei ceti alti della società, ma anche in quelli medi: andare al mare, spostarsi per qualche giorno dalla propria residenza abituale e rigenerarsi in località amene, recuperare salute e felicità lontano dalla vita quotidiana, sta diventando un fenomeno sempre più affermato e redditizio. Ecco un’altra novità presente in Sanditon: chiunque abbia letto i romanzi di Jane, sa bene che l’autrice tende a narrare storie che si svolgono parallele alle vicende del suo tempo, quasi senza mai entrarne in contatto. Solo in Persuasione troviamo un accenno breve alle guerre napoleoniche, che hanno luogo proprio negli anni in cui prendono vita le vicende degli Elliot. Ma, anche qui, si tratta solo di un veloce e alquanto fugace riferimento, senza che gli eventi storici possano avere conseguenze sui fatti romanzeschi. Invece, nella sua ultima opera, l’ambientazione rende centrale un tema attuale, per l’appunto quello della nascita del turismo, le cui conseguenze non sono solo descritte, ma vengono avvertite e vissute in prima persona dagli stessi personaggi: si pensi, ad esempio, alla povera Lady Denham, impossibilitata a trovare una pretendente degna del nipote in quanto le ereditiere o le coeredi sono merce estremamente rara in quel di Sanditon, dove, invece, abbondano famiglie senza rendita e giovani fanciulle senza dote.

Non solo tematiche attuali: nelle 24.000 parole del manoscritto troviamo anche spunti autobiografici. Come abbiamo detto, il romanzo fu abbandonato in seguito all’aggravarsi delle condizioni di salute di Miss Austen e, quindi, non può essere casuale la presenza pregnante e ricorrente del tema della malattia. L’incidente in carrozza, descritto nell’incipit e di cui è vittima Mr. Parker, avviene proprio mentre quest’ultimo si avventura in strade secondarie alla ricerca di un medico, disposto a trasferirsi nella piccola città balneare e a portarvi lustro e sicurezza. Ma non è tutto: dalla penna della scrittrice scaturiscono tre personaggi meravigliosamente ipocondrici, Diane, Susan e Arthur Parker, che, con i loro acciacchi immaginari, farebbero impallidire anche la miglior crisi di nervi di Mrs. Bennet e tutte le piagnucolose manie di Mr. Woodhouse. È con le sorelle Parker, in particolare, che Jane Austen dà prova della sua graffiante ironia: “Evidentemente, però, la loro vitalità non era completamente impegnata: ne restava una parte da spendere nel rendersi utili con molto zelo. Sembrava che dovessero essere sempre molto indaffarate per il bene altrui, oppure gravemente malate. […] Possedevano un cuore caritatevole e buoni sentimenti in quantità, ma l’inquietudine e il compiacimento di fare più di chiunque altro avevano il loro peso in ogni opera buona e c’era vanità in tutto quello che facevano, così come in tutto quello che sopportavano”. Uno sguardo al contempo satirico e divertito, che ci appare tanto più incisivo se consideriamo che a scriverlo è stata una donna, probabilmente afflitta dal morbo di Addison, che stava affrontando i dolori di una malattia vera.

In Sanditon non troviamo solo novità, ma anche piacevoli certezze: a tal proposito, il pensiero vola subito all’eroina femminile di questi pochi capitoli, Charlotte Heywood, una ragazza di campagna arguta e intelligente, che si trova ad essere proiettata nella vivace cittadina costiera. In lei ritroviamo molti elementi delle figure femminili tanto care alla Austen: lo sguardo ironico e arguto di Elizabeth Bennet, la curiosità di Emma, il bon ton e l’educazione di Anne Elliot, insomma, un mix esplosivo e ben promettente, purtroppo destinato a rimanere tale.

A questo punto ci si potrebbe forse chiedere cosa ci spinga a leggere un’opera incompiuta; perché mai dovremmo appassionarci ai personaggi e alle loro vicende ben sapendo che il tutto resterà per sempre solo un abbozzo. Del romanzo nulla è certo, a partire dal titolo stesso: ovviamente, la scrittrice non si era ancora espressa in merito e Sanditon è stato attribuito dalla tradizione familiare, sulla base di una lettera del 1862. Tuttavia, è presente anche una diversa opzione, cioè The Brothers, sempre avvalorata da documenti di famiglia. Leggere questo frammento, comunque lo si voglia intitolare, è utile per ritrovare una Jane ironica e scintillate, una Jane forte, che combatte la malattia immergendosi nel suo mondo di amori, critica sociale e storie senza tempo, una Jane che diverte e fa sognare. Non è certo un caso che molti scrittori, a partire sin dalla pronipote della Austen Anna Lafroy sino ad arrivare allo sceneggiatore Andrew Davies, autore della miniserie televisiva Sanditon in onda in questi giorni su La Effe, ne siano restati tanto affascinati da provare a continuarne la trama.

Quindi, leggiamo Sanditon, lasciamoci trasportare dalle emozioni, arrendiamoci a quei sorrisi che l’autrice ha, coraggiosamente, voluto regalarci, non facciamoci spaventare dalla sua incompiutezza, ma apprezziamo la sua straordinaria indeterminatezza: riscopriremo, così, una Austen ironica e mordace, frizzante e arguta. Di certo, sarà un bel viaggio!

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