da redazione

L’assurda evidenza è il diario di bordo, appassionato e colto, di un viaggio filosofico sui paradossi dell’esistenza. Francesco D’Isa, filosofo di formazione e artista visivo, ci racconta la propria esperienza di pensiero spaziando in modo originale dalla filosofia occidentale al pensiero buddhista e Zen, e ponendoci domande autenticamente filosofiche e quindi umanissime: perché soffriamo? Cosa esiste davvero?
«Questo libro è un diario, perché un saggio non può offrire un rendiconto credibile di ciò che penso. Credo infatti che la realtà sia antinomica, paradossale. Credo che nulla e tutto coincidano. Credo che esista tutto, compresa la non esistenza di tutto. Credo nell’assurdo e che un’applicazione rigorosa della ragione porti all’autodistruzione della stessa. Di questa convinzione ho sofferto per anni, finché ho capito che era una buona notizia. Il libro che hai in mano è la storia di questo percorso».
Esordisce così Francesco D’Isa ne L’assurda evidenza, il diario di bordo di un viaggio esistenziale e filosofico che annoda inestricabilmente vita vissuta e vita pensata. All’età di diciassette anni, una malattia costringe l’autore a una prolungata degenza e al prematuro confronto con la domanda: «Perché si soffre?». Da allora, nonostante la sua completa guarigione, quell’interrogativo ha avuto modo di ripresentarsi spesso. L’assurda evidenza è il racconto di un percorso iniziato su un letto di ospedale, nel cervello di un ragazzo che si chiedeva quale fosse il senso del dolore, e prosegue in un presente in continuo collegamento con il passato. Come una voce narrante che accompagna socraticamente chi legge in un’incalzante e raffinata avventura del pensiero – tra enigmi, esperimenti mentali, illustrazioni, citazioni e paradossi -, Francesco D’Isa ci racconta la sua esperienza intellettuale, che spazia in modo originale dalla filosofia occidentale al pensiero buddhista e Zen, ponendosi (e ponendoci) domande autenticamente filosofiche e quindi umanissime – Perché soffriamo? Cosa esiste davvero? -, fino ad arrivare all’evidenza più assurda: l’identità tra tutto e nulla.
“Credo che nulla e tutto coincidano.”
«Quale che sia il valore di queste riflessioni, mi rendo conto che l’evidenza assurda le precede. Ero già convinto della coincidenza di tutto e nulla, dell’identità tra essere e non essere, della radicale assurdità dell’esistenza e della natura illusoria (o per meglio dire parziale) di ogni individualità. Fa parte del mio modo di vivere ed è stato più difficile accettarlo che esplicitarlo. Quel che è cambiato nel tempo è il mio rapporto con quest’idea; dapprima ho pensato che fosse una follia, poi che era motivo di sofferenza e infine che era causa di gioia».
«È possibile riscrivere la nostra convinzione più profonda? Posso, come dire, cambiare idea sul dolore? […] In un certo senso questa nuova umanità è sempre stata qui, basta saperla cogliere. Tra i koan Zen raccolti da Mumon, ce n’è uno di rara chiarezza (per ammissione dello stesso autore) che recita: «Quando non pensi il bene e quando non pensi il non-bene, che cos’è il tuo vero io?». La realtà al di là di ogni filtro è un’inafferrabile assurdità che terrorizza chiunque non voglia abbandonare il proprio sistema di valori, ma una volta riconosciuto in esso non una libera scelta, ma un’imposizione genealogica, la perdita dell’Io coincide con la liberazione da una schiavitù. È alla ricerca di tale luminosa follia che ho incontrato gli enigmi e i paradossi di questo libro, che mi hanno portato lentamente verso un’inusuale via di uscita: l’accettazione dell’assurdo. A differenza di quanto suggeriva Camus, infatti, e in linea appunto coi maestri Zen, credo che vivere all’interno dell’assurdo non sia una condanna, ma una liberazione».
L’autore
Francesco D’Isa (Firenze, 1980), di formazione filosofo e artista visivo, ha esposto in gallerie e centri d’arte contemporanea. Dopo l’esordio con la graphic novel I. (Nottetempo, 2011), ha pubblicato saggi e romanzi per Hoepli, Effequ, Tunué e Newton Compton. Il suo ultimo saggio è contenuto in Trilogia della Catastrofe (Effequ, 2020) mentre il suo ultimo romanzo è La Stanza di Therese (Tunué, 2017). Direttore editoriale de «L’Indiscreto», scrive e disegna per varie riviste.