Ancora oggi non è raro, nel passaggio da una lingua a un᾽altra, imbattersi in titoli di opere (letterarie, cinematografiche o d᾽altro genere) del tutto trasformati, talvolta quasi snaturati del loro significato originale. E ciò grazie allo zelo di quegli sconsiderati traduttori che intervengono a cuor leggero nelle scelte dell’autore. Continua a leggere Questioni di titoli nelle traduzioni italiane dei romanzi di Lucy Maud Montgomery
Margaret Atwood non ha paura. Intelligente e fantasiosa in modo spregiudicato – ma senza paura –, per il modo in cui distorce il pensiero o un’immagine, non solo in qualcosa di raccapricciante: e tutto ciò è universale, mordace e assolutamente vero. È una scrittrice che gioca con il linguaggio e con i propri personaggi, con i significati multipli e con i tessuti narrativi, ed è qualcuna che non ha timore di esplorarne i limiti; che poi, di ritorno, ci descrivono nel miglior modo possibile dove sia stata, quanta e quale strada abbia compiuto.
La signora Atwood potrebbe sghignazzare dietro un’educata mano per questa introduzione. Oppure, più probabilmente, affibbiarmi un soprannome suggeritole dall’arguzia in punta di fioretto che la contraddistingue, prendendosi tutti continua a leggere…