Cultura Letteratura

Tradurre Simenon a quattro mani: “Moltiplichiamo i punti di vista”

Maria Laura Vanorio e Giuseppe Girimonti Greco raccontano come hanno affrontato l’itinerario linguistico di “Mediterraneo in barca”.

di Corrado Premuda.

Giuseppe Girimonti Greco

Simenon è un autore talmente noto e amato in Italia, talmente radicato nella nostra cultura e nell’immaginario dei lettori, che viene da pensare che i suoi libri siano scritti in italiano. Certo, tutti sanno che il commissario Maigret si muove e opera nella provincia francese ma leggendo le sue gesta ci si dimentica che quelle storie non sono nate in italiano. Il merito va largamente attribuito ai traduttori che riescono a interpretare, adattare e riprodurre nella nostra lingua testi che arrivano da una lingua straniera. Quest’estate è uscito “Mediterraneo in barca” (Adelphi, pagg. 189, euro 16), un reportage giornalistico di Georges Simenon che documenta la crociera a bordo di una goletta dello scrittore: aneddoti, personaggi, storie prendono vita durante la navigazione grazie al talento narrativo del papà di Maigret. A tradurre questo libro due firme eccellenti delle traduzioni dal francese: Maria Laura Vanorio e Giuseppe Girimonti Greco. Certamente gli autori non sono tutti uguali ma giocando a semplificare, tradurre Simenon è facile o no? “Sarà una banalità,” risponde Maria Laura Vanorio, “ma è proprio vero che gli autori non sono tutti uguali. E, come dice sempre Maria Teresa Giaveri, che mi ha iniziato ai segreti del mestiere, non tutti i traduttori possono tradurre tutti gli autori: non è una questione di bravura, e nemmeno di esercizio, si tratta piuttosto di riuscire a calarsi in un mondo che può anche non essere il nostro.” Vanorio, insieme a Federica Di Lella, ha già tradotto diversi libri di Simenon per Adelphi, e aggiunge: “Non è un autore facile, mai. Mi sono abituata ai suoi giri di frase, alle sue domande retoriche, ai suoi dialoghi così cinematografici, al suo indiretto libero, ma è sempre difficile rendere l’effetto di certe sue descrizioni estremamente minuziose, di oggetti, fisionomie, abiti, fragranze. Possono diventarci familiari certi personaggi minori dei suoi “romans durs”, un cameriere, un barista, o alcune posture e gesti che si ripetono, ma mai del tutto il suo lessico, tecnico, preciso, mai scontato.” C’è stato un passaggio più complesso degli altri da rendere in italiano? “Non proprio,” risponde Giuseppe Girimonti Greco, “ci sono stati i soliti problemi di ordinaria amministrazione: il lessico della navigazione, con tutte le sue implicazioni sia materiali che letterarie, le ricerche su fatti di cronaca o episodi storici cui Simenon allude spesso di sfuggita, toponimi non immediatamente riconoscibili, consuetudini e aspetti culturali o molto specifici o desueti.”

La cosa più difficile, ma anche divertente, è risultata essere la resa del parlato, soprattutto nelle parti ambientate nelle località e nei porti italiani. “L’effetto che abbiamo cercato di evitare,” dicono i traduttori, “è stato l’esotismo macchiettistico, che pure in alcuni punti emerge. Un solo esempio: il personaggio di Angelino, factotum della goletta, che parla un improbabile franco-italiano. Ecco, in questo caso era importante mantenere tutta l’energia comica del personaggio. Ma, al tempo stesso, è stato necessario maneggiare le sue battute con estrema cautela.” Tradurre a quattro mani è una pratica che i due hanno iniziato da tempo formando una vera e propria équipe insieme anche a Lorenza Di Lella: “Cominciato per gioco,” raccontano, “il lavoro a quattro mani è diventato un vero e proprio metodo: in questo modo il traduttore, che di solito è un solitario, diventa anche il primo revisore dell’altro. Il lavoro in tandem ci ha fatto diventare più attenti, anche perché, procedendo così, si moltiplicano i punti di vista, le domande e le possibili interpretazioni.” Vanorio sta lavorando ad un’antologia per la scuola e ha da poco firmato con Federica Di Lella una nuova traduzione di “Vite che non sono la mia” di Emmanuel Carrère, Girimonti Greco porta avanti la ritraduzione delle opere maggiori di Pierre Klossowski sempre per Adelphi, dirige la collana di narrativa straniera delle edizioni Tunué e ha in cantiere dei progetti legati a Proust insieme allo scrittore Ezio Sinigaglia.

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