Cultura Letteratura

Il potere e i palloni gonfiati

Breve storia della trasformazione di Massimo Recalcati da buon accademico a cassa di risonanza della politica.

di Guido Hauser

Massimo Recalcati ha pubblicato un post su Facebook in cui (semplifico, ma il post era già molto semplificato) identifica in Bersani il responsabile delle sventure della Sinistra italiana. Ora sarebbe facile ribattergli che Renzi è riuscito a fare di peggio – sì, proprio quel Renzi lì, che Recalcati aveva incoronato nuovo Telemaco, l’unico in grado di svecchiare la Sinistra dalle sue tare e liberarla da padri saturnini che ingoiano i figli. Renzi la chiamava più prosaicamente “rottamazione”, ma il concetto è il medesimo. Uno dei commentatori, molto timidamente e con formule introduttive di subalternità, tipo “stante l’infinita ammirazione che provo per Lei”, in effetti glielo fa notare. Ed ecco la risposta di Recalcati: “Ancora con questa storia di Renzi, ma li legge i miei articoli di politica?”

Una risposta esemplare di quello che Giuseppe Pontiggia chiamava il “linguaggio autoritario”, a cui aveva dedicato venticinque anni di studio e numerosi scritti, ora raccolti nel volume “Il residence delle ombre cinesi” (Oscar Mondadori, 2009). Ci sono tante forme di linguaggio autoritario. Tra cui non rispondere nel merito – e in questo caso con la cortesia che l’interlocutore gli riserva -, ma ribadendo il proprio status. Se non capisci, sotto testo, è perché non segui a sufficienza le indicazioni che provengono da un magistero superiore, e guarda caso quel Maestro sono io: Massimo Recalcati che mi firmo MR, come il Mister pronunciato nelle interviste ai calciatori. Dunque invece di rompermi le scatole con Renzi, dice ancora non dicendolo, il Mister, impegna il tuo tempo a studiarmi, in una buona emeroteca puoi trovare tutti i miei articoli di politica. E adesso va ad allenarti, che domenica abbiamo la partita con l’Ospitaletto.

Pontiggia, come anticipato, lo chiamava linguaggio autoritario, e in un tempo in cui non esistevano ancora i social era il linguaggio del potere: politici, militari, grandi industriali, o comunque persone in grado di esercitare un’influenza oggettiva e diffusa sul reale. La novità storica che Pontiggia non poteva prevedere è che quel linguaggio si sarebbe progressivamente convertito nel linguaggio di coloro che presumono di possedere una qualche forma potere, ma a ben vedere sta tutto dentro la loro testa. Imaginaire lo chiama il Lacan tanto caro a Recalcati. Ma esiste una formula efficace anche nella lingua corrente, che metaforicamente identifica le persone vittime del proprio immaginario con sfere di cuoio troppo colme d’aria, ossia palloni gonfiati.

Avere qualche migliaio di follower non significa possedere un effettivo potere, ma la sua caricatura che, quando creduta, si traduce nel delirio narcisistico dei palloni gonfiati. E questa non è politica, caro Recalcati, ma psicanalisi. Se non capisce si rilegga tutto Lacan, in una buona libreria dovrebbe trovarlo senza difficoltà.


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