Cultura Letteratura

Giuro, me l’ha detto la ‘Kruska’!

di Terry Passanisi.

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È vero che l’Accademia della Crusca ha dato il benestare all’uso dei verbi intransitivi nelle forme transitive? Per chi non avesse chiaro di che cosa stiamo parlando è presto detto. Si tratta di quei regionalismi molto diffusi soprattutto nelle zone del Sud. “Scendi il cane”, “sali l’olio”, “siedi la nonna”, “sparisci la droga” e altri orrori del genere. La risposta alla domanda è soltanto una, senza ombra di dubbio, al netto di qualsiasi isteria prodotta da Internet. No! L’Accademia della Crusca non ha dato nessun benestare a un imbarbarimento linguistico del genere. Intanto perché la questione non si pone. Per esempio, per prima cosa, sarebbe come dire, in una forma più ambigua, “mangia il gatto”, non certo per intendere di ingoiarselo, ma per invitare qualcuno a nutrirlo. In seconda istanza, e non certo per ultima, perché l’Accademia ha semplicemente detto: metti che a qualcuno, vuoi un attraversamento di strada troppo repentino da parte della malcapitata, vuoi per una forte polmonite come neanche in un racconto di Hector Malot, dovesse essere prematuramente morta la maestra d’italiano durante la scuola elementare, a casa sua, come per qualsiasi altra cosa, faccia un po’ come gli pare. Cito, direttamente dalla risposta alla vexata quaestio da parte della responsabile redazionale della Crusca, dottoressa Matilde Poli (che va letta in tutta la sua interezza):

“Cosa impedisce al fenomeno di essere accolto nell’italiano comune? Tornando al nostro quartetto di partenza, risulta che è uscire l’oggetto della diffusione virale in rete, probabilmente perché se ne avverte, in questo accomunato al suo opposto, il grado maggiore di contravvenzione alla norma. Abbiamo anche visto che entrare e uscire trovano più resistenza a essere accolti nella lessicografia rispetto a scendere, attestato invece in tutti i dizionari considerati e, con salire, considerato anche popolare, ossia slegato dalla dimensione territoriale. Questi due ultimi verbi ammettono anche in lingua la possibilità di un uso transitivo e quindi, mentre uscire ed entrare prevedono tassativamente l’ausiliare essere, richiedono l’ausiliare averesono salito da te e sono sceso all’alba, ma anche ho salito la gradinata e ho sceso le scaleSalire e scendere in sostanza avrebbero già in lingua pronto il costrutto in cui accogliere l’eventuale passaggio successivo; uscire ed entrare no. Dobbiamo quindi deludere i sostenitori dell’ammissione di uscire transitivo a livello di lingua; proponiamo però, al solo prezzo dell’uso di una preposizione, di cominciare a uscire con il cane: dopo tutto è un amico.”

Il fatto da contemplare con una certa preoccupazione è piuttosto un altro: siccome le persone non leggono più un articolo intero neanche sotto minaccia, ma si fermano alla premessa o addirittura al titolo volutamente eclatante, la notizia – stravolta e piegata a un’arbitraria non-verità – ha avuto un’eco nazionale, magafonata e fatta rimbalzare a più non posso da tutte le testate e le redazioni più importanti, come neanche se avessimo vinto di nuovo la Coppa Davis dopo quarant’anni o un team medico avesse scoperto la cura definitiva per il cancro.
Qui è possibile leggere l’articolo completo a cura dell’Accademia della Crusca: http://www.accademiadellacrusca.it/it/lingua-italiana/consulenza-linguistica/domande-risposte/entrare-uscire-salire-scendere-transitivi-fu

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