
Quello che può pensare un oggetto, il ribaltamento della prospettiva consueta, qualcosa che permette una nuova visione del mondo. In poesia è possibile permettersi queste libertà e comunicare un’idea di attenzione e gentilezza verso il quotidiano che si trasforma in viaggi fantastici dalle mille sfaccettature. Giovanna Pivotti, blogger e musicista triestina, mette al centro se stessa e comunica la sua versione della realtà nella raccolta poetica “Muta” (Edizioni Ensemble, collana Alter, pp. 70, euro 12). “Sono solo una bambina fatta di nostalgia” confessa fin dall’inizio ed è come se invitasse il lettore a chiudere gli occhi e a compiere insieme a lei un salto che porta da un’altra parte, in un terreno in cui le immagini e le sensazioni sfilano e mi mescolano in qualcosa di impalpabile.
Giovanna Pivotti è nota a Trieste perché suona e canta nel gruppo Endjoro Quartet ma la scrittura ha sempre fatto parte della sua vita. Ha tenuto una rubrica settimanale a tema sociale sulla rivista online TriesteAllNews e gestisce un blog, Ljubavanna, sorta di diario poetico in cui i suoi pensieri si accompagnano a fotografie. Dal 2014 pubblica sul blog le sue liriche, spesso incentrate su questioni di attualità, ma queste non sono inserite nel libro che esce adesso. “La raccolta – racconta l’autrice – si intitola “Muta”, io amo i giochi di parole e i doppi sensi. Per cultura familiare e sociale questo aggettivo è il modo in cui ho dovuto affrontare per anni la realtà. Ma la muta è anche un sostantivo che descrive il cambiamento a cui molti animali non possono sottrarsi».
Una passione adolescenziale per Pavese, Montale, Ungaretti e Neruda, poi la scoperta di Merini, Szymborska e soprattutto di Mariangela Gualtieri, grande fonte di ispirazione, Pivotti aggiunge ai suoi scritti la musicalità che le viene dalla sua attività di cantante. Il particolare momento di emergenza che stiamo vivendo modifica tante cose. «Il mio libro – continua l’autrice – esce ora che siamo separati dal mondo e dalle persone che amiamo rendendo impossibili gli incontri fisici. L’editore sta offrendo la possibilità di tenere presentazioni in diretta su Facebook e credo sia un’ottima idea quella di usare i social per mantenere vive le storie che vengono scritte». Nelle liriche di Giovanna Pivotti appare Trieste attraverso alcune sue immagini caratteristiche, come nel caso della poesia “Bora”: “Via dai porti i gatti, che si rintanano nei motori aspettando le gattare come miraggio di vita”. Per chi la segue in rete e ai concerti il libro rappresenta un bel compendio della sua arte.
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