Tullio De Mauro, la lingua come democrazia
Scuola, analfabetismo, la scelta delle parole come battaglia civile. Un maestro impegnato su tanti fronti raccontato da un allievo. Continua a leggere Tullio De Mauro, la lingua come democrazia
Scuola, analfabetismo, la scelta delle parole come battaglia civile. Un maestro impegnato su tanti fronti raccontato da un allievo. Continua a leggere Tullio De Mauro, la lingua come democrazia
di Gianni Rodari. Il professor Grammaticus si avvicinò all’uomo che aveva appena finito di inchiodare il cartello a un palo. — Scusi, — lo interpellò. — Dica, dica. — E sicuro che quel cartello vada bene? — A me lo domanda? Non l’ho mica scritto io. Si rivolga al Comune. — Ma secondo lei, sentiamo? L’operaio guardò il cartello come se lo vedesse per la … Continua a leggere Il «trantran*»
di Terry Passanisi.

È vero che l’Accademia della Crusca ha dato il benestare all’uso dei verbi intransitivi nelle forme transitive? Per chi non avesse chiaro di che cosa stiamo parlando è presto detto. Si tratta di quei regionalismi molto diffusi soprattutto nelle zone del Sud. “Scendi il cane”, “sali l’olio”, “siedi la nonna”, “sparisci la droga” e altri orrori del genere. La risposta alla domanda è soltanto una, senza ombra di dubbio, al netto di qualsiasi isteria prodotta da Internet. No! L’Accademia della Crusca non ha dato nessun benestare a un imbarbarimento linguistico del genere. Intanto perché la questione non si pone. Per esempio, per prima cosa, sarebbe come dire, in una forma più ambigua, “mangia il gatto”, non certo per intendere di ingoiarselo, ma per invitare qualcuno a nutrirlo. In seconda istanza, e non certo per ultima, perché l’Accademia ha semplicemente detto: metti che a qualcuno, vuoi un attraversamento di strada troppo repentino da parte della malcapitata, vuoi per una forte polmonite come neanche in un racconto di Hector Malot, dovesse essere prematuramente morta la maestra d’italiano durante la scuola elementare, a casa su Leggi tutto
di Umberto Eco

Sto sfogliando con qualche mese di ritardo “Comunque anche Leopardi diceva le parolacce” di Giuseppe Antonelli (Mondadori € 12), dove ci si occupa dell’italiano scorretto, di quello corretto, di come strafalcioni che ci fanno inorridire tipo “che io vadi” esistessero in autori classici, di come sia lecito usare talora parole inglesi ma sciocco parlare di “Jobs act”, di come professori troppo puristi correggano i ragazzi che scrivono “passano molte macchine” in “circolano molte macchine” e “non facevo i compiti” in “non eseguivo i compiti” (facendo perdere tempo e senso della lingua parlata ai loro alunni). E di tante altre cose.
Non poteva mancare un capitolo sul declino del congiuntivo, e anche nelle canzoni, se Ligabue canta “può darsi che non sia tutto come lo sognavi tu”, Celentano canta “ma non vorrei che tu… stai già pensando a un altro uomo”. Per un seminario di scrittura tenuto anni fa a Bologna, avevo proposto una regola per sapere quando si deve usare l’indicativo o il congiuntivo. continua a leggere…
di Mariangela Galatea Vaglio “Ho visto Lisa a pranzo e gli ho detto di venire stasera. Passo da Elena e gli porto il modulo da firmare.” Ragazzi, chiariamo una cosa: nel mondo moderno c’è già abbastanza confusione sull’argomento sesso: per piacere, non peggiorate la situazione. In Italiano esistono due pronomi personali complemento ben distinti per indicare “a lui” e “a lei”. Si tratta di “gli” … Continua a leggere Gli o le: niente confusione sul sesso
da Un diario creativo blog Ci sono e non ci sono: sto finendo di preparare un esame di Lessico, che proverò a dare domani un po’ come viene, e ho cercato di evitare per il tempo necessario ogni possibile distrazione. E’ un esame fatto di regole e classificazioni morfologiche, sintattiche, semantiche, a cui non riesco davvero ad appassionarmi: di conseguenza ho cercato di comprimere più … Continua a leggere Credo in una sola Grammatica onnipotente
di Angiola Codacci-Pisanelli È morto Tullio de Mauro. Aveva 84 anni, alle spalle una carriera unica di “linguista militante” costruita con un impegno costante e continuo. Ancora oggi, la sua rubrica dedicata alla scuola su Internazionale era un appuntamento obbligato non solo per i lettori ma anche per tutti gli addetti ai lavori del settore. Ho telefonato tante volte a De Mauro per chiedergli interviste … Continua a leggere Addio Tullio De Mauro, linguista militante
di Noemi Milani Francesco Sabatini, presidente onorario dell’Accademia della Crusca, racconta a ilLibraio.it come si sta evolvendo la lingua italiana, parla dell’abuso dei termini stranieri, di come la scuola può aiutare i ragazzi e dello sdoganamento di alcune norme che, in determinati casi, possono essere superate. Vale anche per il tanto discusso (non) uso del congiuntivo… “La lingua è natura, si evolve“. Come, lo spiega … Continua a leggere Sabatini: “La lingua italiana si evolve, per fortuna”
da Redazione Downtobaker Nel suo nuovo libro, Di grammatica non si muore – Come sopravvivere al virus della punteggiatura e allo sterminio dei verbi (Sperling & Kupfer), Massimo Roscia, già autore del romanzo La strage dei congiuntivi (Exorma, 2014), passa in rassegna le fondamenta dell’italiano e si diverte a calarle in esempi contemporanei, riprende gli svarioni più comuni (dall’uso maldestro dell’accento all’abuso disinvolto dell’apostrofo) creando … Continua a leggere Non maltrattate l’apostrofo! – Il Libraio