Grammatica Umoristica, Francesco Mercadante presenta il suo libro sugli strafalcioni linguistici

Quello che colpisce di questo libro è che gli errori analizzati non sono originati da coloro che Tullio De Mauro definiva “semicolti”, ma sono stati commessi da professionisti della politica, persone di cultura o che con la cultura hanno a che fare. Continua a leggere Grammatica Umoristica, Francesco Mercadante presenta il suo libro sugli strafalcioni linguistici

Conversando su lingua, istruzione e democrazia. Intervista a Tullio De Mauro

di Roberta P. Mocerino

01-00109001000905Riproponiamo un’illuminante intervista del 2014 a Tullio De Mauro, ancora attuale, su problematiche culturali tutte italiane e mai risolte.

“A circa un anno dall’uscita del suo nuovo libro “Storia linguistica dell’Italia repubblicana” (2014), abbiamo incontrato il professor Tullio De Mauro, insigne linguista ed ex-ministro dell’istruzione, e gli abbiamo chiesto di riflettere insieme a noi su alcuni dei temi che gli sono più cari: l’educazione, la democrazia e, ovviamente, la lingua degli italiani.

L’idea da cui siamo partiti è stata quella di rintracciare, nell’Italia contemporanea, i luoghi della riflessione politica e dell’autocoscienza. Tali funzioni, che nella Grecia classica erano assolte dal teatro (si veda Luoghi della relazione nella Grecia antica, di Cinzia Bearzot, “Leussein” 1-2/2014), si presentano nella democrazia moderna oltremodo problematiche: da un lato vi sono ovvie difficoltà strutturali legate ai numeri della democrazia indiretta, che impediscono una riflessione che coinvolga in maniera attiva tutti i cittadini; dall’altro vi è una difficoltà più drammatica, legata alla maniera in cui lo Stato democratico sceglie di formare i suoi cittadini.

La riflessione di De Mauro si concentra proprio su questo punto e sceglie, come cartina al tornasole, l’analisi delle competenze linguistiche degli italiani. Ne esce un quadro non incoraggiante: nonostante gli strabilianti progressi compiuti dall’unità d’Italia a oggi, le capacità di comprensione dell’italiano scritto e del parlato medio-alto sono drammaticamente basse, come mostrano i dati che risultano dalle analisi internazionali.

I processi di de-alfabetizzazione in età adulta, che molti paesi conoscono, ma che l’Italia non ha saputo fronteggiare, pesano sulla possibilità di esercitare una cittadinanza piena. Tra le cause del persistere di queste larghe sacche di analfabetismo e semianalfabetismo De Mauro indica la povertà del tessuto associativo nel nostro Paese, la scarsezza di sollecitazioni da parte della società a tenersi informati e aggiornati,  la mancanza di luoghi di ritrovo e di offerta culturale di alto livello – come biblioteche, teatri, sale da concerto –  e infine la disattenzione della classe politica.

Un’analisi puntuale del problema, e delle possibili soluzioni da attuare nell’immediato e nel medio-lungo termine, si potrà trovare nella relazione del team di esperti convocato nel 2013 dall’ex presidente del consiglio Enrico Letta e dai ministri Giovannini e Carrozza e presieduta proprio da De Mauro. La relazione, già pubblicata nella rivista “Osservatorio ISFOL” (III, 34, pp.1909-124), viene riproposta per intero nella sezione “inediti e rari” del presente numero di Leùssein (vedi pagg…?).

La riforma della scuola attuata dal successivo governo invece – la cosiddetta “Buona Scuola” del 2015 – sembra non aver tenuto in conto la necessità della formazione permanente dei cittadini, senza la quale le competenze acquisite negli anni di scuola vengono irrimediabilmente perdute. Questo influisce sulla competitività degli italiani nel contesto del merc Leggi tutto…

Le solite cose (non sospette) che salvano il mondo

di Terry Passanisi

mafalda

Scommetto “my two cents” che questo articolo, da qualcuno in particolare, sarà etichettato come buonista; definizione che oggi si spende e si porta un po’ su tutto.

Parliamoci chiaro: In Italia, nel 2017, è ancora permesso a taluni quotidiani nazionali di professare la Reductio ad Hitlerum, con titoli e articoli a dir poco surreali e sgradevoli fondati sul più losco razzismo. Anzi no: fosse almeno quello, sapremmo che chi li congegna non è una marionetta al soldo di un potente in cerca di vantaggi politici. A fronte dello spregio che alcuni (presunti) giornalisti fanno dell’informazione e della cronaca, provo a rispondere. Perché, sotto sotto, il problema più grande è proprio questo: avere persa la bussola, tutti, grazie al gioco delle tre carte di un sistema più grande di chi l’ha generato, e gestito, per sete di potere e ambizione, nondimeno l’ignoranza più bieca dell’attuale classe dirigente. Perché i corsi e i ricorsi storici avrebbero già dovuto insegnarle qualcosa, per l’appunto, su qual è la colpa di ignorare – o fare finta di ignorare – quello che la Storia ha già giudicato.

Come si affronta tutto questo? Guardando e passando? Girandosi dall’altra parte e turandosi il naso? Scopriremmo l’acqua calda e le ovvietà più alla portata di mano, se provassimo a proporre una soluzione, come si deve fare dopo essersi indignati? Ci accorgeremmo, tanto per darci un riferimento più prossimo e attuale possibile, che, per esempio, già due esimi intellettuali dei nostri tempi avevano preconizzato certe derive e già proposto adeguate soluz Leggi tutto…

Addio Tullio De Mauro, linguista militante

di Angiola Codacci-Pisanelli È morto Tullio de Mauro. Aveva 84 anni, alle spalle una carriera unica di “linguista militante” costruita con un impegno costante e continuo. Ancora oggi, la sua rubrica dedicata alla scuola su Internazionale era un appuntamento obbligato non solo per i lettori ma anche per tutti gli addetti ai lavori del settore. Ho telefonato tante volte a De Mauro per chiedergli interviste … Continua a leggere Addio Tullio De Mauro, linguista militante