La (pen)ultima guerra in Europa

Un tribunale che non permise a un popolo di condannare i propri criminali, facendo di quel popolo intero un criminale, con i risultati che oggi vediamo. Un tribunale che non processò nessuno dei militari occidentali che pure, si conoscevano i nomi, non disdegnarono di partecipare alle violenze sulle donne, si girarono dall’altra parte quando gli interpreti chiedevano di salvare la propria famiglia dal genocidio che si preparava. Continua a leggere La (pen)ultima guerra in Europa

Il palinsesto unico

Non esiste più nessuna bolla social, se il palinsesto è unico. Infatti, non esiste più alcun social. Bisognerà attendere il metaverso, per osservare se ancora, in questi anni strepitosamente rivoluzionari, marchiati a fuoco e aria da un virus che scorrazza per l’intero globo, se ancora esiste una capacità di andare in senso artesiano ovunque ci si presenti una superficie. Ogni device è esausto, dal libro al disco al film. Continua a leggere Il palinsesto unico

Guerra Russia-Ucraina: due cose che so

Magari quello che scrivo non serve a niente, serve solo a voi sorelle e fratelli che mi leggete con il traduttore di Google per sapere che non siete soli. Siamo in tante, in tanti, anche qui, anche in Russia, a chiedere la pace. Siamo in tanti qui in Italia a gridare, e non da oggi, che i popoli non si proteggono aumentando la spesa militare di 37 miliardi e diminuendo quella sanitaria di 25 miliardi, come abbiamo fatto qui in Italia. Si proteggono con la giustizia sociale, la cooperazione, l’internazionalismo. Siamo in tanti a chiedere di non armare la guerra. Continua a leggere Guerra Russia-Ucraina: due cose che so

Sono come noi, ma si sentono comunicativi (o della Santa Inquisizione dell’Internet)

Sarò sincero: lo spot è abbastanza infelice, soprattutto di questi tempi, ma non mi è sembrata la cosa peggiore vista ultimamente e, se definirla razzista viene facile e spontaneo alla maggior parte degli spettatori, additarla a Male Supremo mi sembra quantomeno paranoico. Continua a leggere Sono come noi, ma si sentono comunicativi (o della Santa Inquisizione dell’Internet)