Un treno chiamato Zeta
«Tutti su, muoversi o arriviamo in ritardo!», aveva detto il soldato, nel suo dialetto. Tutti l’ascoltavano. Continua a leggere Un treno chiamato Zeta
«Tutti su, muoversi o arriviamo in ritardo!», aveva detto il soldato, nel suo dialetto. Tutti l’ascoltavano. Continua a leggere Un treno chiamato Zeta
Il nuovo romanzo di Luca Speranzoni per Harper Collins affronta un affascinante e originale futuro distopico, ed è il frutto di un progetto multimediale curato da Panini Comics. Continua a leggere Quarantine Prophets, futuro fragile
L’estetica del Warning è fuori tempo massimo, l’esotismo giornalistico del climate change ha le gambe corte, la distopia è un diritto narrativo che lo scrittore neoliberista si è preso senza rispetto per nessuno tranne che per se stesso, l’ansia della fine ha bisogno di cura collettiva. Continua a leggere Il bisogno di pensare con urgenza storica, il Crepuscolo del mondo di Werner Herzog
Le nuove uscite per la collana I Giganti e Stranimondi. Continua a leggere Le collane di fantascienza di Kipple Officina Libraria
Una storia fantastica per un romanzo
ecologista. Continua a leggere Non tutto il male, cronache della terra inabitabile di Andrea Cassini
La nuova opera di narrativa di Lauren Beukes, “Un mondo di donne”, è la sorella estroversa di “La strada” di Cormack McCarthy. Continua a leggere Un mondo di donne, di Lauren Beukes
da redazione Il muro di Berlino cade. In un altro continente, un misterioso paziente si risveglia da uno stato comatoso durato due anni. È letteralmente e inspiegabilmente ossessionato da Berlino. La sua fuga dall’ospedale catapulta il racconto in un’avventura surreale in cui il passatosi fonde con il futuro. Distopico, grottesco e paradossale si fondono e ci accompagnano in un viaggio all’interno della mente umana. Come Franz Kafka o Italo Calvino con la loro mescolanza di reale e surreale, o come in un … Continua a leggere Dal 26 ottobre in libreria, Berlino, di Michael Mirolla
Chi dice che non ha paura della morte o mente o è santo o ne ha così tanta che neanche si accorge di averla. Continua a leggere La fine del mondo nel suo prima, durante e dopo
Ballard ha sempre negato che il proprio lavoro fosse guidato da una qualche rovina esistenziale o dalla negatività; sono, come dichiarò, “metafore estreme”, un ammonimento su ciò che si potrebbe trovare proprio dietro l’angolo del nostro presente. Continua a leggere La musica influenzata dalle distopie letterarie di J. G. Ballard