Una bella storia di integrazione nel nuovo romanzo per ragazzi di Silvia Golfera

“Io sono Khalid”, scritto da SILVIA GOLFERA, è una storia di integrazione dedicata al pubblico dei ragazzi; narrato con gli occhi di un giovanissimo, offre spunti per analizzare il mondo degli adulti, con tutte le sue difficoltà, i suoi limiti e i suoi pregiudizi. Continua a leggere Una bella storia di integrazione nel nuovo romanzo per ragazzi di Silvia Golfera

Il rosso e il blu. Una comune favola di migrazione

da redazione Makamba ha una missione: aggiustare il mondo attraverso l’acqua. Partito dal Mali con un quadernino di famiglia e poco più, attraversa i continenti per equilibrare i rubinetti di ogni paese. Dalla Cina alla Svezia, passando per la Libia, Makamba sbarca in Italia per ritrovarsi nel centro di accoglienza straordinaria Arcobaleno. Da lì riprende la sua ambiziosa e sconclusionata impresa, accompagnato dagli altri ospiti … Continua a leggere Il rosso e il blu. Una comune favola di migrazione

Basnewende, il romanzo biografico di Talatou Clementine Pacmogda

di Frank Lavorino Talatou Clementine Pacmogda, originaria della Costa D’Avorio e cresciuta in Burkina Faso, ci racconta nel suo romanzo, intitolato Basnewende (Pace Bokkk Publishing), la sua difficile vita a partire dall’infanzia. La vita di questa scrittrice è costellata di difficoltà, che iniziano con la morte del padre avvenuta in tenera età. Questo ha fatto sì che la bambina venisse affidata a una zia. Trasferitasi … Continua a leggere Basnewende, il romanzo biografico di Talatou Clementine Pacmogda

L’ennesimo Ventennio

di Terry Passanisi

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Vorrei ricordare ai geni del ‘cambiamento’, soci di governo e sostenitori di fascisti e leghisti, e a tutti gli elettori che credono all’ennesimo nuovo miracolo italiano, che la Lega ha già governato per vent’anni di fila, con i fallimentari risultati che abbiamo davanti agli occhi. Senza tenere conto delle ruberie, dei milioni e dei diamanti spariti nel nulla come neanche in un romanzo di Leblanc, delle lauree false, delle spese pazze, di tacchi sbattuti e di credibilità dell’Italia persa per sempre agli occhi del mondo. Capiamoci bene, perché è molto più semplice di quello che sbandiera la macchina della propaganda di governo: l’Italia è tra i paesi UE con più cittadini in odore di pensione (dato di questi giorni, la maggioranza della popolazione è over 50, quasi il 25% è sopra i 65 anni) e meno immigrati d’Europa (i dati di un mese fa ci collocavano al penultimo posto). Non è così strano, naturalmente, che proprio la Lega continui a sventolare due soli slogan, come due mantra da fattucchiera al luna park: la xenofobia, il nemico assoluto venuto dall’Africa che di tutto vuole depredarci, il Male estremo da combattere per tornare a essere belli, ricchi, liberi, che più bianco non si può, e non si è ben capito ancora cosa; poi la quota 100 per i futuri pensionati. Passi anche che la cosiddetta quota 100 libererebbe 400 mila posti di lavoro, cosa tutta da vedere, visto che a posto liberato non corrisp Leggi tutto…

La medicina Camus

di Giorgio Fontana In un saggio pubblicato quarant’anni fa sulla rivista “Plural” (e ora disponibile nel volumetto Tra Sartre e Camus, Scheiwiller 2010), Mario Vargas Llosa invitava a rileggere Camus e comprenderlo alla luce della sua “triplice condizione di provinciale, uomo di frontiera e membro di una minoranza”. Aggiungo un quarto elemento: il suo appartenere al mondo mediterraneo — il suo difenderne un’idea non banale. … Continua a leggere La medicina Camus

Le solite cose (non sospette) che salvano il mondo

di Terry Passanisi

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Scommetto “my two cents” che questo articolo, da qualcuno in particolare, sarà etichettato come buonista; definizione che oggi si spende e si porta un po’ su tutto.

Parliamoci chiaro: In Italia, nel 2017, è ancora permesso a taluni quotidiani nazionali di professare la Reductio ad Hitlerum, con titoli e articoli a dir poco surreali e sgradevoli fondati sul più losco razzismo. Anzi no: fosse almeno quello, sapremmo che chi li congegna non è una marionetta al soldo di un potente in cerca di vantaggi politici. A fronte dello spregio che alcuni (presunti) giornalisti fanno dell’informazione e della cronaca, provo a rispondere. Perché, sotto sotto, il problema più grande è proprio questo: avere persa la bussola, tutti, grazie al gioco delle tre carte di un sistema più grande di chi l’ha generato, e gestito, per sete di potere e ambizione, nondimeno l’ignoranza più bieca dell’attuale classe dirigente. Perché i corsi e i ricorsi storici avrebbero già dovuto insegnarle qualcosa, per l’appunto, su qual è la colpa di ignorare – o fare finta di ignorare – quello che la Storia ha già giudicato.

Come si affronta tutto questo? Guardando e passando? Girandosi dall’altra parte e turandosi il naso? Scopriremmo l’acqua calda e le ovvietà più alla portata di mano, se provassimo a proporre una soluzione, come si deve fare dopo essersi indignati? Ci accorgeremmo, tanto per darci un riferimento più prossimo e attuale possibile, che, per esempio, già due esimi intellettuali dei nostri tempi avevano preconizzato certe derive e già proposto adeguate soluz Leggi tutto…

Sulla pelle di tutti, ma con civiltà

di Terry Passanisi

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Come recita il famoso adagio: “Non sono d’accordo con quello che dici, ma darei la vita perché tu lo possa dire”. Anche se, più che da attribuirsi al Voltaire reale, la frase sarebbe stata detta dalla sua incarnazione letteraria in un romanzo della scrittrice Evelyn Beatrice Hall, questo è il bel principio che ha fatto da cornice alla civile discussione avuta qualche giorno fa su Facebook con uno dei Social media manager di Medici Senza Frontiere. Ha tenuto a rispondere con grande precisione esaustiva alla critica, se non altro alle mie perplessità fisiologiche che collimavano, e quindi si rafforzavano, con l’editoriale di Marco Travaglio apparso sul Fatto del 2 agosto scorso, che ho mosso al rifiuto della ONG di sottoscrivere il decalogo “Minniti”, redatto per far fronte all’emergenza umanitaria nel Mediterraneo e allo spargimento di sangue e disperazione conseguenti, sottoscritto dalle maggiori organizzazioni umanitarie operanti in quella zona. Riporto lo scambio di vedute, affinché faccia da specchietto per chiunque desiderasse farsene un’opinione più precisa:

TP: “Mi auguro che anche Medici senza frontiere, la ONG di cui mi sono sempre fidato di più, grazie alla serietà professionale e umana che attribuisco a Gino Strada, sottoscriva infine il decalogo Minniti, comprenda che la sola cosa che ci distingue dai “cattivi” è agire rimanendo pienamente nella legalità, che lo stato italiano fino a prova contraria è uno stato democratico e, per tanto, chi non ha nulla da nascondere deve, coerentemente ai propri principi, rispettare quella che è la legge.”

MSF: “Ci teniamo a ribadire che in nessun caso il non aver firmato il codice, significa voltare le spalle allo stato Italiano.
Sin dall’inizio delle nostre attività di ricerca e soccorso in mare abbiamo sempre rispettato le leggi e il coordinamento della Guardia Cost continua a leggere…