Il principe sul pisello
Una breve filastrocca ‘sui generis’. Continua a leggere Il principe sul pisello
Una breve filastrocca ‘sui generis’. Continua a leggere Il principe sul pisello
di Terry Passanisi È simpaticamente paradossale, riflettevo oggi, che spesso si provi a normalizzare una questione tanto grave e violenta come uno stupro, o altri tipi di violenza fisica o sessuale nei confronti di soggetti più deboli, o certe sanguinose stragi familiari, provando a giustificare tutto come un comprensibile (sic) momento di follia, di perdita di controllo, di ‘raptus’ indomabile. Le parole creano mondi, del … Continua a leggere È stato (solo) un raptus
di Riccardo Bonacina. Nelle scorse giornate, appena le agenzie avevano battuto la notizia dell’uccisione del vicebrigadiere Mario Rega Cerciello, verso le 9,15, le belve della politica, quelle che da tempo tengono in ostaggio dell’eccitazione indotta il nostro povero Paese, si sono scatenate. La peggiore è stata Giorgia Meloni «Bestie» scrive sui social, L’Italia non può essere punto di approdo di certe bestie» Da quel momento si … Continua a leggere Le parole creano mondi: parole di me**a creano un mondo di me**a
Scuola, analfabetismo, la scelta delle parole come battaglia civile. Un maestro impegnato su tanti fronti raccontato da un allievo. Continua a leggere Tullio De Mauro, la lingua come democrazia
di Filomena Fuduli Sorrentino. Per la comprensione linguistica in classe è importante spiegare agli alunni le parole il cui significato può essere contemporaneamente l’opposto. L’italiano, se confrontato con le altre lingue, è considerato una delle più facili da imparare, con la reputazione di essere la lingua più bella, più melodica, e più romantica al mondo. Ed è anche definita la lingua della musica, della poesia, e dell’amore. Eppure, anche se … Continua a leggere Enantiosemia, la “malattia linguistica” dell’italiano che confonde chi lo studia
di Terry Passanisi.

È vero che l’Accademia della Crusca ha dato il benestare all’uso dei verbi intransitivi nelle forme transitive? Per chi non avesse chiaro di che cosa stiamo parlando è presto detto. Si tratta di quei regionalismi molto diffusi soprattutto nelle zone del Sud. “Scendi il cane”, “sali l’olio”, “siedi la nonna”, “sparisci la droga” e altri orrori del genere. La risposta alla domanda è soltanto una, senza ombra di dubbio, al netto di qualsiasi isteria prodotta da Internet. No! L’Accademia della Crusca non ha dato nessun benestare a un imbarbarimento linguistico del genere. Intanto perché la questione non si pone. Per esempio, per prima cosa, sarebbe come dire, in una forma più ambigua, “mangia il gatto”, non certo per intendere di ingoiarselo, ma per invitare qualcuno a nutrirlo. In seconda istanza, e non certo per ultima, perché l’Accademia ha semplicemente detto: metti che a qualcuno, vuoi un attraversamento di strada troppo repentino da parte della malcapitata, vuoi per una forte polmonite come neanche in un racconto di Hector Malot, dovesse essere prematuramente morta la maestra d’italiano durante la scuola elementare, a casa su Leggi tutto
Roberto Cirelli, professore di Italian Communication presso la Birzeit University in Palestina, ci spiega com’è cambiato il linguaggio nella cosiddetta Era dell’informazione. Continua a leggere Come cambia il linguaggio nell’Era dell’informazione
di Roberta P. Mocerino
Riproponiamo un’illuminante intervista del 2014 a Tullio De Mauro, ancora attuale, su problematiche culturali tutte italiane e mai risolte.
“A circa un anno dall’uscita del suo nuovo libro “Storia linguistica dell’Italia repubblicana” (2014), abbiamo incontrato il professor Tullio De Mauro, insigne linguista ed ex-ministro dell’istruzione, e gli abbiamo chiesto di riflettere insieme a noi su alcuni dei temi che gli sono più cari: l’educazione, la democrazia e, ovviamente, la lingua degli italiani.
L’idea da cui siamo partiti è stata quella di rintracciare, nell’Italia contemporanea, i luoghi della riflessione politica e dell’autocoscienza. Tali funzioni, che nella Grecia classica erano assolte dal teatro (si veda Luoghi della relazione nella Grecia antica, di Cinzia Bearzot, “Leussein” 1-2/2014), si presentano nella democrazia moderna oltremodo problematiche: da un lato vi sono ovvie difficoltà strutturali legate ai numeri della democrazia indiretta, che impediscono una riflessione che coinvolga in maniera attiva tutti i cittadini; dall’altro vi è una difficoltà più drammatica, legata alla maniera in cui lo Stato democratico sceglie di formare i suoi cittadini.
La riflessione di De Mauro si concentra proprio su questo punto e sceglie, come cartina al tornasole, l’analisi delle competenze linguistiche degli italiani. Ne esce un quadro non incoraggiante: nonostante gli strabilianti progressi compiuti dall’unità d’Italia a oggi, le capacità di comprensione dell’italiano scritto e del parlato medio-alto sono drammaticamente basse, come mostrano i dati che risultano dalle analisi internazionali.
I processi di de-alfabetizzazione in età adulta, che molti paesi conoscono, ma che l’Italia non ha saputo fronteggiare, pesano sulla possibilità di esercitare una cittadinanza piena. Tra le cause del persistere di queste larghe sacche di analfabetismo e semianalfabetismo De Mauro indica la povertà del tessuto associativo nel nostro Paese, la scarsezza di sollecitazioni da parte della società a tenersi informati e aggiornati, la mancanza di luoghi di ritrovo e di offerta culturale di alto livello – come biblioteche, teatri, sale da concerto – e infine la disattenzione della classe politica.
Un’analisi puntuale del problema, e delle possibili soluzioni da attuare nell’immediato e nel medio-lungo termine, si potrà trovare nella relazione del team di esperti convocato nel 2013 dall’ex presidente del consiglio Enrico Letta e dai ministri Giovannini e Carrozza e presieduta proprio da De Mauro. La relazione, già pubblicata nella rivista “Osservatorio ISFOL” (III, 34, pp.1909-124), viene riproposta per intero nella sezione “inediti e rari” del presente numero di Leùssein (vedi pagg…?).
La riforma della scuola attuata dal successivo governo invece – la cosiddetta “Buona Scuola” del 2015 – sembra non aver tenuto in conto la necessità della formazione permanente dei cittadini, senza la quale le competenze acquisite negli anni di scuola vengono irrimediabilmente perdute. Questo influisce sulla competitività degli italiani nel contesto del merc Leggi tutto…
di Giulio Cavalli per Left Tre dichiarazioni a caso: “È tutto sotto controllo è tutto tranquillo non c’è problema alcuno” con la nave Aquarius. Andrà in Spagna? Gli hanno chiesto i giornalisti. “Certo non è che adesso possono anche decidere dove cominciare e dove finire la crociera. Mi sembra che l’arrivo sia previsto sabato senza intoppi”. “Il 99 per cento delle domande respinte è oggetto di ricorso … Continua a leggere “Pacchia”, “crociera” e la lingua di ricino che si sparge in giro
di Dario Iocca Perché preservare il patrimonio classico in un mondo orientato a una concezione utilitaristica dell’istruzione. In un passo tra i più divertenti della sua autobiografia, Winston Churchill racconta il suo primo contatto, a sette anni, con il latino. Il maestro inizia la lezione consegnandogli un foglio con la prima declinazione da imparare a memoria, destando confusione nel giovane: “Posso sapere cosa vuol dire?”. … Continua a leggere Qual è il futuro delle lingue classiche?
di Valentina D’Urbano “Va bene che ho detto signing session invece di firma copie, però di solito ci sto attenta, lo giuro”: la scrittrice Valentina D’Urbano (che ha sostenuto la petizione #dilloinitaliano) svela a ilLibraio.it l’inglesismo che non sopporta. Oddio, l’ho fatto. Senza pensarci, senza volerlo, però l’ho fatto. Al ritorno da una presentazione, in treno, su whatsapp. Una mia amica mi scrive per chiedermi … Continua a leggere Non usare l’inglese se puoi dirlo in italiano