Leggere può farti più felice?

Col termine libroterapia (in inglese ‘bibliotherapy’) si indica una disciplina molto più articolata rispetto all’antica pratica di incoraggiare la lettura a scopo curativo. Il primo utilizzo del termine si può riscontrare in un articolo americano del 1916 del The Atlantic, “A Literary Clinic”; mentre in Italia è relativamente nuovo. Continua a leggere Leggere può farti più felice?

O capitano!

Il 20 settembre 2014, per la prima volta in vita mia, ho avuto l’opportunità di incontrare di persona lo scrittore e semiologo Umberto Eco. Il sogno si è realizzato in occasione dell’attribuzione al professore del Premio FriulAdria “La storia in un romanzo”, giunto alla sua VII edizione e promosso dalla Fondazione Pordenonelegge in collaborazione con il festival èStoria di Gorizia. Continua a leggere O capitano!

Proust e il quadro più bello del mondo

da Redazione Downtobaker. Ho fatto invano quattro ore di coda nel Louvre per rivedere il «più bel quadro del mondo». La malaticcia luce del febbraio parigino filtrava dalla piramide, voluta da Mitterrand e disegnata dall’architetto Pei, e illuminava il nome stampato a grandi lettere all’ingresso della galleria dedicata alle mostre: Vermeer. La folla dei visitatori era densa, impaziente come quella dei grandi magazzini Lafayette nei … Continua a leggere Proust e il quadro più bello del mondo

Cinque bellissimi classici da leggere e regalare a Natale (più uno…)

Regalare uno di questi libri potrebbe essere un metodo sottile e infallibile per dire qualcosa di difficile a una certa persona: per fare pace con un parente che non vi parla da un po’, ma al quale volete molto bene, oppure per dichiarare il vostro amore segreto a qualcuno a cui non avete il coraggio di chiedere nemmeno il nome. Continua a leggere Cinque bellissimi classici da leggere e regalare a Natale (più uno…)

Il Gruppo 63, quarant’anni dopo

di Umberto Eco Riunirsi non vent’anni ma quarant’anni dopo può avere due funzioni, o profili. Una è la riunione dei nostalgici di una monarchia, che si ritrovano perché vorrebbero che il tempo tornasse indietro. L’altro è la riunione dei vecchi compagni della terza A, nel corso della quale è bello rievocare il tempo perduto proprio perché si sa che non ritornerà più: nessuno pensa che … Continua a leggere Il Gruppo 63, quarant’anni dopo

Per piacere, impariamo a usare la virgola

di Mariangela Galatea Vaglio Fra i misteri italiani, la punteggiatura se la gioca alla pari con i grandi enigmi della Storia repubblicana, e qualche volta li batte. Per la maggioranza delle persone risulta più semplice cercare di risolvere il problema degli intrecci Stato-Mafia che capire dove diavolo vada messa la virgola in una frase. I più optano per una soluzione casuale, cioè seminano i segni … Continua a leggere Per piacere, impariamo a usare la virgola

Quel ‘freak’ del mio amico Marcel Proust

Marcel Proust, uomo eccentrico e affascinante, suscitò la curiosità del giovane autore Philippe Soupault. Rievocando incontri casuali con Proust, Soupault sottolineò la stranezza e l’ingegno dello scrittore della Recherche, svelando dettagli intriganti della sua personalità. Proust, insieme al suo capolavoro, rimane un enigma per tutti coloro che lo hanno incontrato. Continua a leggere Quel ‘freak’ del mio amico Marcel Proust

How the Proust Questionnaire Went from Literary Curio to Prestige Personality Quiz

In 1886, Antoinette Faure, the daughter of the future French President Félix Faure, asked her childhood friend Marcel Proust to fill out a questionnaire in a book titled “Confessions. An Album to Record Thoughts, Feelings, & c.” A fashionable parlor game originating among the Victorian literate classes, the “confession album,” as it was known, presented a formulaic set of queries on each page—“What is your … Continua a leggere How the Proust Questionnaire Went from Literary Curio to Prestige Personality Quiz

Trieste, città letteraria (non troppo)

di Terry Passanisi.

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Ci sono espressioni (versi, titoli, locuzioni…) che per la loro essenza, oltre che per la loro musicalità, per ciò che esprimono come mai nessun’altra frase esprimerebbe, rimangono impresse a vita nella memoria. Tutte le volte che ci troviamo di fronte a una tesi, a una teoria, al cospetto di un dibattito, qualcuna di quelle frasi emerge prepotente nella testa; pronta a sottolineare, a puntualizzare, ad affermare o criticare l’idea esposta; essa ci aiuta istintivamente a capire dove ci troviamo esattamente e a riflettere su ciò con cui ci stiamo confrontando. Una di quelle frasi (o verso, o…) per me, è il titolo del capolavoro di animazione di Bruno Bozzetto, con il grande Maurizio Nichetti, “Allegro non troppo”. Capita che quel sussurro mi venga tempestivo in aiuto, didascalico, idiomatico, sempre per mettermi in guardia a proposito di un dibattito o di una tesi che mi trovo di fronte.

Sul quotidiano di Trieste “Il Piccolo” di venerdì scorso, 24 giugno 2016, mi sono imbattuto nell’articolo culturale di Alessandro Mezzena Lona, dal titolo “Se Trieste diventasse un gigantesco museo dedicato agli scrittori” (http://ilpiccolo.gelocal.it/tempo–libero/2016/06/24/news/se–trieste–diventasse–un–gigantesco–museo–dedicato–agli–scrittori–1.13715715?ref=hfpitsef–1). Il giornalista manifesta le sue ragioni, spiega il suo perché Trieste non sia particolarmente frequentata da turisti e pellegrini letterari, alla stregua di altre città francesi come Saché, per esempio, tanto cara a Honoré de Balzac; propone quale causa la mancanza di un vero e proprio Parco della Letteratura nella città, da far visitare a illustri ospiti e fedelissimi lettori (un’interessante idea di qualche tempo fa del professore joyciano Renzo Crivelli). Per quanto l’articolo si presenti prec Leggi tutto…